Esigiamo rispetto per le nostre pensioni

Le nostre pensioni sono una forma di retribuzione differita e le retribuzioni sono collegate, tra le altre cose, soprattutto agli aspetti relativi al merito e alle responsabilità. Ne deriva che le nostre pensioni richiedono rispetto per come le abbiamo “costruite”, anno dopo anno, nel corso della nostra vita professionale

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Manuela Biti

Presidente ALDAI-Federmanager

All’interno degli ultimi numeri di Dirigenti Industria abbiamo dedicato ampio spazio al tema delle pensioni e con esso alle iniziative che, come CIDA innanzitutto e a seguire come ALDAI-Federmanager, abbiamo portato avanti, anche all’attenzione dell’opinione pubblica, come forme di tutela e salvaguardia in difesa non solo della Categoria, ma anche di tutta la classe media dei pensionati italiani, colpiti da provvedimenti ingiusti e iniqui.

Anche la rivista di dicembre non si sottrae, ma anzi rimette nuovamente al centro il tema dedicando ampio spazio all’argomento con la pubblicazione del testo di una petizione indirizzata al Governo, al Ministro dell’Economia e al Ministro del Lavoro per salvare il ceto medio con reddito superiore a 35.000 euro.

È sembrato doveroso, a me personalmente in qualità di Direttore Responsabile della rivista, ma anche a tutti i Colleghi del Comitato di Redazione, non far sì che la nostra voce si spegnesse, ma anzi, se possibile, darle ancora più forza e vigore per poter rappresentare le voci di tutti i manager ALDAI, colleghi senior, ma anche dirigenti in servizio che un domani avranno diritto a una pensione dignitosa, perché il nostro futuro dipende dalla forza di un’azione che sia davvero di tutti, che ci rappresenti davvero tutti.

L’attacco continuo alle nostre pensioni, infatti, non solo mortifica la professionalità e la responsabilità di ognuno di noi come manager, ma mina la certezza del diritto e, cosa ancora più grave, lede ciò che abbiamo di più prezioso: la fiducia sul futuro.

Con il convegno organizzato da CIDA lo scorso 6 ottobre, ci siamo rivolti alle Istituzioni con la volontà di essere ascoltati, di spiegare le ragioni del nostro dissenso, per chiedere una maggiore equità e dimostrare, dati alla mano, che le nostre pensioni sono frutto di contribuzioni versate e sempre commisurate a un impegno professionale costruito sul merito e sulla competenza. 

Non vogliamo che questi nostri tentativi finiscano inascoltati, contro un muro di gomma, ed è per questo che, in tutti questi mesi, abbiamo sempre sostenuto attraverso le pagine di Dirigenti Industria la voce dei tanti colleghi che, con i loro articoli, sono sempre stati in prima linea prestando il loro tempo e la loro competenza a difesa di un diritto sacrosanto di tutti noi, e non mi rivolgo solo ai dirigenti senior.
In un vecchio articolo, infatti, un nostro caro collega e amico, Antonio Dentato, sempre sul tema delle pensioni, qualche anno fa scriveva una frase che considero ancora oggi – ahimé – molto attuale e che voglio riportare per risvegliare una coscienza collettiva: “C’è un’etica da rispettare: l’altruismo. In particolare, nei confronti delle nuove e delle future generazioni. Un altruismo per lungo tempo dimenticato e che ha generato troppe disuguaglianze nella ripartizione delle risorse del nostro Paese”. 

Il tema delle pensioni riguarda da vicino tutti noi, colleghi senior e dirigenti in servizio. Anche il futuro previdenziale dei giovani deve essere salvaguardato, ad esempio attraverso un rilancio dei livelli occupazionali, la creazione di una buona occupazione e un’effettiva affermazione della previdenza integrativa a capitalizzazione. 

Il Presidente Cuzzilla, nel suo intervento a Milano, ha spiegato che il discorso sulle pensioni tocca il centro nervoso più sensibile, perché si tratta di un diritto fondamentale e irrinunciabile di rango costituzionale, si tratta del rapporto di fiducia tra Stato e Cittadino, “si tratta del legittimo affidamento che un cittadino coltiva verso la collettività proprio nel momento più delicato della vita, quando si diventa più fragili e spesso più soli”. Per questo, come ALDAI, continueremo a portare avanti la nostra azione di rappresentanza, ma anche di desiderio di giustizia sociale, di equità e di politiche che sappiano guardare all’interesse dei cittadini e rilanciare così le nostre imprese e la nostra economia. 
Archivio storico dei numeri di DIRIGENTI INDUSTRIA in pdf da scaricare, a partire da Gennaio 2013.