Concerto di primavera jazz

21 maggio 2024 ore 20:45 - Auditorium San Fedele - Milano
Per prenotare www.aldai.it

Giuliano Ceradelli

Componente del Gruppo Cultura - Sezione Musica
Quest’anno, nell’ambito del Gruppo Cultura di ALDAI – Sezione Musica (Jazz), che mi onoro di coordinare per il secondo anno consecutivo in veste di Event Planner (direttore artistico), abbiamo programmato il consueto Concerto di Primavera, come sempre presso l’Auditorium San Fedele, per la serata di martedì 21 maggio p.v. 
Allo scopo abbiamo reclutato un quartetto di validissimi musicisti i quali, sia individualmente che come gruppo, hanno saputo conquistarsi un ruolo di primo piano nel vasto e variegato panorama del jazz italiano. 
Il quartetto ha il nome evocativo di Impronte Progressive (Progressive Footprints), che fa scaturire emozioni e associazioni emblematiche poiché sintetizza influenze da vari domini culturali. Questo non è altro che ciò che ha sempre caratterizzato la musica jazz, che ha incorporato influenze da diverse culture nel corso dei suoi sviluppi, assimilando elementi delle tradizioni musicali africane ed elementi di quelle europee, come l'armonia e la struttura delle composizioni. Alcuni stili del jazz, come il Bebop, hanno anche incorporato elementi della musica latino-americana. In generale, si può dire che il jazz ha influenzato altri generi musicali e, allo stesso tempo, è stato influenzato incorporando elementi da una varietà di culture, rendendolo un genere musicale molto ricco e diversificato.

Il quartetto Impronte Progressive è composto da: 
Alberto Minetti Pianoforte/Synth 
Sofia Tomelleri: Sax Tenore
Enrico Palmieri: Contrabbasso/Basso Elettrico 
Marco Falcon: Batteria.

Il Concerto di quest’anno è a tema, e vuole onorare la memoria e l’opera di un grande musicista jazz recentemente scomparso: Chick Corea.

Tributo a Chick Corea (1941 – 2021) - Contaminazioni latine ed evoluzioni nel jazz

Ci aspettiamo un folto pubblico come l’anno scorso e molta tensione positiva nei camerini fra i nostri musicisti per una serata sicuramente speciale e quindi da ricordare. Si suona immersi in quell’armonia straordinaria che questi musicisti imprimono in chiunque sia intorno a loro.
Questo li rende veramente grandi: un talento naturale cui si aggiunge un grado di rispetto dei compagni di ogni nuovo viaggio che la musica consente di condividere fra chi suona sul palco e il pubblico in sala. Sì, perché i concerti procurano davvero tante emozioni positive: lo stupore che emerge quando i musicisti creano giochi sonori strani, l’adrenalina che scorre a fiumi durante gli assoli, la pelle d’oca che viene quando la band si lancia in trascendenti cavalcate sonore, e l’emozione di poterli incontrare una volta finita la performance e scoprirli più uguali a noi di quanto immaginavamo.
A un concerto dal vivo, infatti, si ha la possibilità di conoscere personalmente i musicisti che si esibiscono sul palco, e soprattutto di esprimere direttamente il sentimento di gratitudine che ci pervade alla fine della loro esibizione, uno dei motori fondamentali di ogni forma d’arte.
Perché in fondo il musicista come il pittore, il ballerino, il poeta, l’attore e tutti gli artisti in generale, anela ad essere “visto”, riconosciuto, apprezzato e ad uscire dal suo guscio, tramite il veicolo della sua espressione artistica. 

Il concerto di quest’anno è poi per noi talmente importante che per questa edizione abbiamo pensato di introdurre una novità assoluta: quella di programmare anche una videoproiezione tra un “numero” e il successivo allo scopo di illustrare brevemente al nostro pubblico l’origine dei brani (copertina del disco di provenienza del brano), l’architettura armonica con eventualmente la visualizzazione dello spartito con la progressione degli accordi, che non è altro se non l’espressione del pensiero musicale del brano stesso.
Il tributo a Chick Corea gli artisti lo dedicano alla memoria del grande pianista e tastierista di straordinaria personalità e talento quale omaggio affettuoso di gratitudine per il dono dell’universo musicale che Chick Corea ha voluto lasciare a tutti gli appassionati di musica jazz rimasti affascinati dai suoi progetti e stregati dalla creatività delle sue varie band.

Il 9 febbraio 2021, Chick Corea muore in Florida.
Un grande uomo e un grande artista che ha segnato il passo nella musica, nel jazz e nel jazz fusion già dagli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Fare una lista di riconoscimenti e premi assegnati per la sua straordinaria carriera sarebbe lunghissimo, basterà ricordare solo i 23 Grammy Award (nessun altro musicista jazz arrivò mai a tanto) per farci un’idea di quanto la sua arte ha inciso nella storia della musica degli ultimi 60 anni.
Chick Corea era un generoso e, quando oramai fu consapevole della prossima fine, affidò al suo manager il compito di provvedere all’uscita di una serie di lavori a cui teneva moltissimo.

Armando Antonio Corea, detto Chick era di origini italiane catanzaresi, ma nato a Chelsea nel Massachusetts; a iniziarlo alla musica jazz fu il padre, un trombettista calabrese. I nonni paterni erano emigrati dal comune di Albi in Calabria, quelli materni, da Messina e il padre era nato a Boston, così come la madre, il cui cognome era Zaccone.
Il mondo cominciò a conoscerlo nel ’66 quando pubblicò il suo primo album da solista. Da allora la sua carriera, iniziata qualche anno prima al servizio del grande trombettista Blue Mitchell, fu un susseguirsi di collaborazioni con i grandissimi del jazz e di straordinarie avventure da leader. È in quel crogiuolo straordinario che Chick cominciò a battere i sentieri dell’elettronica utilizzando vari tipi di sintetizzatori e soprattutto il piano elettrico Fender Rhodes che divenne, anche grazie a lui, uno degli strumenti essenziali del jazz più avanguardista, quello più aperto alle contaminazioni, sia con la musica latina che con il rock.

Chick Corea si è anche dedicato allo studio delle fantastiche e ingegnose orchestrazioni di Stravinskij, perché come compositore orchestrale in proprio ha sentito il bisogno di approfondire l’argomento. E il lavoro di Stravinskji su Le Baiser de la Fée lo ha particolarmente colpito e stimolato. Così ha arrangiato per pianoforte il Pas de deux, una delle sezioni della Terza scena del balletto, e ha visto che si adattava in maniera sorprendente alla linea melodica di un suo brano scritto appositamente per l’album, ovvero Admiration. Insomma, alla fine ne è nata una specie di suite.
Per il resto, che dire? Ha avuto anche una grande passione per Aleksandr Skrjabin, Béla Bartók e Domenico Scarlatti, ma anche per tanti altri grandi musicisti dai quali ha imparato moltissimo e che hanno stimolato la sua strabordante creatività.3

«Non devi essere Picasso o Rembrandt per creare qualcosa. Il divertimento, la gioia di creare, va molto oltre qualsiasi altra cosa che abbia a che fare con la forma d’arte». Questa in estrema sintesi era la sua filosofia creativa ed esistenziale 

Considerato uno dei più grandi pianisti e tastieristi del Novecento, per primo ha portato le tastiere elettriche nel jazz. Nella sua lunga carriera (ha continuato a pubblicare dischi di successo fino alla fine), Chick Corea ha collaborato, tra gli altri, con Dizzy Gillespie, Stan Getz, Herbie Hancock, Keith Jarrett, Joe Zawinul, Gary Burton, Bobby McFerrin, Herbie Mann, ma anche con artisti italiani come Pino Daniele, con cui ha suonato dal vivo, e Stefano Bollani, con cui ha registrato un disco nel 2011.

Nel post che annuncia la sua morte, le sue ultime parole sono dedicate alla musica e agli amici musicisti: “Voglio ringraziare tutti coloro che, lungo il mio viaggio, hanno contribuito a mantenere vivo il fuoco della musica. Mi auguro che coloro che hanno la vaga idea di suonare, scrivere, esibirsi o altro lo facciano. Se non per sé stessi, allora per il resto di noi. Non è solo che il mondo ha bisogno di più artisti, è anche molto divertente”. Il post prosegue: “E ai miei fantastici amici musicisti che sono stati come una famiglia per me da quando li conosco: è stata una benedizione e un onore imparare da voi e suonare con tutti voi. La mia missione è sempre stata quella di portare la gioia ovunque potessi, e averlo fatto con tutti gli artisti che ammiro così tanto questa è stata la ricchezza della mia vita”.

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